L’invisibile Nina è sparita da due giorni. Non si trova più. I suoi genitori, il biondissimo padre e la silenziosissima madre, tra le grosse e numerose lacrime piovute sul tappeto, hanno giurato di averla vista nella sua camera, dopo una dolce buonanotte, e che, la mattina presto, mentre bussavano, urlando che avrebbe fatto tardi a scuola, si erano accorti del triste vuoto che riempiva il quadrato, coperta da una moquette colorata, racchiuso tra le pareti.
Gli ambigui poliziotti hanno visionato con attenzione le tre telecamere presenti nella casa. Non hanno riscontrato nessun movimento particolare, nessuna ombra, nessuna porta che sbatte, nessuna camminata lenta e silenziosa.
Qualcuno ha anche pensato a una classica fuga dalla finestra. Però, la sfortunata famiglia vive all’ottavo piano di un grigio palazzone e, nella piccola casa, non ci sono così tante coperte, per creare una corda a cui aggrapparsi.
Insomma è un mistero. L’invisibile Nina è sparita nella sua camera.
Per due giorni hanno giocato a una specie di nascondino.
Gli ambigui poliziotti hanno toccato tutto, aperto armadi, cercato doppie stanze, analizzato sotto il letto, bussato sopra ogni singolo centimetro della pareti. Ma non hanno trovato nulla di strano, la camera è normale. Un piccolo mondo per una ragazza di diciassette anni.
Si è venuto a scoprire, dopo qualche giorno, che un’altra signora sembra essere sparita nel nulla. La vicenda ha delle similitudini incredibili con quella dell’invisibile Nina.
La minuscola Vita è sparita nella stessa notte dell’invisibile Nina.
L’infelice Mario, figlio della minuscola Vita, afferma che la signora non è scappata nella notte. La loro casa è piccola, lui dorme vicino l’ingresso e, considerando il rumore osseo che la minuscola Vita produce muovendosi a causa della sua età e prendendo in analisi anche il sonno debole dell’infelice Mario, di certo si sarebbe accorto della fuga.
Il surreale caso si infittisce.
L’infelice Mario è andato a casa del biondissimo Padre e della silenziosissima Madre, una settimana precisa dopo la scomparsa. Si sono stretti le mani e hanno cercato di farsi forza, in un modo un po’ imbarazzante, coperto da un potente dolore.
Si sono raccontati la vicenda, di nuovo, mentre la silenziosissima Madre preparava un tè e allungava le piccole orecchie per ascoltare l’Infelice. Rispiegare e riascoltare i fatti ha, in qualche perverso modo, aiutato i tre increduli familiari che si sono sentiti meno sfortunati.
Se vogliamo entrare, giusto un attimo, nel vasto mondo della psicologia umana, il biondissimo Padre e la silenziosissima Madre erano rimasti colpiti dalla stranezza della faccenda e non erano riusciti a spiegarsi perché, proprio a loro, doveva capitare di perdere una figlia in quella maniera assurda e che mai si era verificata prima nella storia umana. Così, dopo aver parlato con l’infelice minuscola Vita, si sono sentiti meno soli nell’imbuto del terribile dolore. Hanno concluso che Dio, o chi per lui, non ha voluto colpire loro in particolare, ma ha seguito un piano più grande e, tutti tre, solo nella loro testa, si sono detti che, nel mondo, deve esserci molta altra gente come loro in giro, che ha perso familiari nel completo nulla, spariti nella loro stanza e basta.
Il caso della minuscola Vita ha avuto meno successo del caso dell’invisibile Nina. L’età ha fatto la differenza nonostante le somiglianze. Il grigio palazzone è stato spesso visitato da giornalisti, mentre la piccola casa, due strade a destra, è rimasta sempre silenziosa, nel profondo vuoto che la padrona ha lasciato sparendo nel nulla.
Una vita che giunge a conclusione ha sempre un peso diverso di una al suo inizio. Il contorno non sembra essere importante.
La leggenda vuole che, sul pianeta denominato Terra, la razionalità superi, di gran lunga, l’immaginazione. Non si può credere con forza di essere in un posto diverso e teletrasportarsi da un’altra parte, non si può neanche entrare in una macchina attraversando lo sportello, senza aprirlo. Le regole sembrano essere molto semplici.
A quanto si dice, però, ci sono dei casi in cui una sfumatura della realtà può accogliere qualche desiderio, lanciato a caso nella mischia.
Il cercatore di verità Tonio ha un suo programma su Youtube in cui cerca di sbranare tutte le esperienze che vengono definite paranormali. Il Cercatore è famoso per i pianti che provoca nella signore che giurano di aver visto la Madonna, nei pastori che raccontano delle loro capre urlanti, nei signori di media altezza, di solito portatori di grossi occhiali, che narrano la visita di un alieno o qualche strano avvistamento nel cielo, con tanto di riprese sul telefonino.
Si dice che il Cercatore abbia avuto così tanto successo che la televisione ha deciso di consegnargli un paio d’ore, nel pomeriggio, per condurre un suo programma. Ma questa rimane una leggenda.
Il cercatore di verità Tonio è arrivato nel palazzone, ha guardato la stanza, visionato una decina di volte i video delle telecamere, toccato la purezza dei giovani oggetti, riflettuto per bene, fotografato tutto, poi ha ringraziato il Biondissimo e la Silenziosissima ed è andato via.
L’Infelice ha sentito suonare il campanello e quasi non riusciva a capire da dove provenisse il trillo. Ha guardato la tv, poi il telefono fisso, il cellulare e solo alla fine ha capito. Il Cercatore di verità si è presentato e ha analizzato la spartana stanza della minuscola, toccato, fotografato, chiacchierato, facendosi spiegare più volte l’andamento della fatidica notte, poi ha ringraziato ed è andato via.
Il Cercatore di verità è tornato a casa e per giorni ha analizzato tutto. Ha ordinato cibo dal cellulare, è sceso con le pantofole, ha pagato, ringraziato ed è tornato sul tavolo pieno di foto. Ha ignorato i messaggi dei fan, degli amici, le chiamate dei genitori. Giura di aver vissuto nelle camere delle due vittime.
In quei giorni se il Biondissimo o la Silenziosissima o l’Infelice fossero entrati, anche solo per il bisogno di un ricordo momentaneo, nelle camere delle disperse, avrebbero trovato lo spettro del cercatore di verità intento nella sua analisi.
Perché è vero che, sul pianeta denominato Terra, la razionalità supera di gran lunga l’immaginazione, ma, forse, per qualche strano motivo che andrebbe ricercato nello spazio, il pianeta, in questo periodo, seguendo la sua solita orbita, è entrato in un’area di sfasamento, dove cadono le credenze, i pilastri, e si ha la possibilità di vedere altro. È un portale su quello che succede su altre frequenze di realtà, ma gli umani decidono di ignorarlo con prepotenza ed egoismo.
E quindi, solo in questi giorni e non è chiaro se solo nella zona della vicenda o anche in altri posti, guardare con forza una foto ti permette di caderci dentro, sotto forma di ologramma, ma con la possibilità di guardare tutto da una prospettiva diversa, di dare profondità e annegarci, quasi come in un lago.
E il Cercatore ne è rimasto stupito. Non si aspettava questa stranezza, di poter tornare a suo piacere nelle stanze delle due vittime, di poter camminare, guardare da vicino senza dover per forza portare il suo corpo in giro, sudare e dare fastidio a altri.
Poi, a un certo punto, il Cercatore di verità è scoppiato a piangere. Ha ripensato a tutte le signore anziane, ai pastori, ai signori di media altezza con gli occhiali spessi che aveva fatto piangere definendoli pazzi, visionari e così via. Ora è lui che non sa più ritrovare la realtà, che non riesce più a rimanere attaccato a qualcosa di solido durante la tempesta.
Ma questo è durato solo un momento, poi la ricerca è ripresa, con un fine diverso però, non più per cercare la falla della bugia, ma la verità, che, a volte, sono due cose del tutto diverse.
Nella puntata in onda, che è sulle strane sparizioni, il Cercatore sembra tranquillo, come sempre.
Prima di iniziare, però, ha chiesto scusa. E non è stato un momento banale. Il Cercatore ha annunciato che questo è il suo ultimo caso e che non tornerà mai più a fare video sul canale rosso o in tv. Questa storia gli ha mostrato che la realtà, in cui ha affondato, per anni, tutte le sue certezze e la sua solidità, non è che una minuscola parte di qualcosa di molto, ma molto più grande, e che quando tutti lo capiranno sarà tardi, verranno mangiati vivi dalla loro stessa ignoranza.
È stato macabro e ha colpito il cuore di tutti.
Poi il Cercatore ha portato in scena una piccola stufa. Ha attaccato la spina e ha iniziato a spiegare quanto scoperto.
Per giorni, ha detto, ho brancolato nel buio. Non riuscivo a trovare la falla, poi, con molta difficoltà e con un aiuto da parte di qualcuno che non posso chiamare per nome, ho realizzato che la falla era dentro di me, in quello in cui avevo sempre creduto.
La realtà, signori miei, ha mille sfumature e quello che noi crediamo impossibile così non è. Il nostro passato è puntellato di vicende ricche di stranezze: stregoneria, riti, sacrifici, dei, miti e tanti altri fatti bollati come falsi, folli o disturbanti. Tutto quello che sembra essere più grande di noi ci spaventa e lo allontaniamo dalla nostra idea di realtà.
La risposta, credo, si può trovare guardando in alto, dove il nostro pianeta si muove e nei contatti che la nostra mente crea, in base alla posizione dell’amata Terra. Siamo tutti stregoni, se così vogliamo definirli, siamo tutti in grado di fare cose incredibili, ma abbiamo deciso di rinchiuderci in una minuscola gabbia per paura della potenza che potrebbe sgorgare senza freni.
E allora, signori miei , è qui che io oggi mostrerò a tutti quello che è successo alle due vittime. Vorrei poter spiegare scientificamente questo processo, ma non posso e volete sapere perché? Perché anche la scienza ha dei limiti se paragonata alla nostra mente e anche la scienza, a un certo punto, muore, proprio come ogni cosa.
Le due vittime, ha continuato, dai racconti analizzati, erano molto sole e particolarmente tristi. La minuscola Vita per la perdita improvvisa del marito, mentre l’invisibile Nina per una singolare tristezza, dovuta a una colpa che continuava a sentire sua, ma di cui non riusciva a individuare la provenienza. Il livello qualitativo del loro dolore doveva essere davvero alto quella notte.
La loro personale solitudine, unita alla tristezza, in questo preciso periodo, in cui la Terra, nella sua orbita, attraversa una zona altamente elettrica, scusate signori miei, ma non conosco altro modo per definire questa particolare zona in cui siamo, ha creato un contatto con le loro forti emozioni e ha ascoltato i loro pensieri più profondi, inconsci. E nessuno aveva mai davvero ascoltato l’Invisibile o la Minuscola. Così, la loro voglia di evadere le ha fatte scivolare via attraverso il portale più vicino a loro in quel momento, proprio questa piccola stufa.
E, signori miei, davvero, vorrei potervi essere più utile, potervi spiegare il luogo o la dimensione in cui sono finite o quello che stanno facendo ora, ma non ne ho idea. Sono sparite nel nulla, così, puff.
Con questa affermazione il Cercatore ha schioccato le dita e poi, nello stupore generale, è sparito anche lui, risucchiato a sua volta dalla piccola stufa.
Per ore, nei giorni successivi, il Biondissimo, la Silenziosissima e l’Infelice hanno osservato l’interno delle piccole stufe, chiuse nelle stanze delle due vittime. Ma nulla sembra confermare la teoria del cercatore scomparso.
Solo una volta, si narra, che l’Infelice, in un pomeriggio di forte pioggia e tristezza assoluta, abbia sentito la voce della Minuscola sussurrare qualcosa dalla stufa. Ma, anche quest’ultima notizia, potrebbe far parte della leggenda e non essere per nulla vera.
Giuseppe Fiore è nato a Matera nel 98. È laureato in Comunicazione presso l’Università degli studi di Parma e ora segue un corso magistrale in Giornalismo e cultura editoriale. Ha pubblicato suoi racconti su varie riviste letterarie.