Nuove proposte per il lettore digitale: guida alle più originali iniziative di scrittura e lettura online

Data a uno scrittore la possibilità di farsi leggere, è improbabile che lo scrittore non voglia sfruttarla – e internet è il più grande palcoscenico di tutti, quello dove gli artisti dei generi più svariati salgono a esibirsi nella speranza di attirare pubblico.

            Per gli aspiranti scrittori oggi esiste Wattpad, ormai abbastanza noto e popolare da straripare anche tra gli scaffali delle librerie fisiche, mentre per le fanfiction ci si affida di solito all’inglese e ad Archive of Our Own; ma ci sono anche social network appositi per scrittori che diventano lettori gli uni degli altri (una veloce ricerca su Google ve ne suggerirà in numero insospettabile), blog privati più o meno celebri e innumerevoli thread su Reddit. Molti spazi nuovi, ma nessuna novità: alcuni dei nostri lettori millenial ricorderanno infatti i tempi d’oro di EFP e, per tutte le storie troppo scabrose per le regole piuttosto restrittive di quest’ultimo, i blog tematici di LiveJournal. Insomma c’è, e c’è sempre stato, posto per tutti coloro che lo cercassero, che si traduce in contenuti fruibili gratuitamente per tutti i gusti, in quantità sufficiente da bastare per una vita; Quaerere stessa è una delle tante realtà tramite cui godere di contenuti letterari gratuitamente.

            In questa rubrica, però, noi andiamo a caccia di letture improbabili, di qualcosa che forse non avevamo preso ancora in considerazione, che provi a sfidare le nostre abitudini di lettura. I consigli seguenti, oggi, sono intesi per voi lettori della rete, che sfogliate riviste online e chissà quanti altri siti, e a cui provo a proporre qualcosa di un po’ diverso.

Si è parlato di social network dedicati agli scrittori. La maggior parte di questi sono piuttosto simili tra loro per tipo di contenuti e per l’intento che li muove, ma THe iNCIPIT si distingue da tutti gli altri per il rapporto che instaura tra gli scrittori e i loro lettori.

Il libro game è un genere letterario che, complice l’attuale popolarità di giochi da tavolo e di ruolo, ha goduto negli ultimi anni di una timida, consequenziale crescita – e senz’altro molti lettori ricorderanno i fumetti a bivio di Topolino che durante l’infanzia li hanno intrattenuti per ore. THe iNCIPIT si basa su un principio pressoché identico: alla fine di ogni capitolo l’autore propone ai propri lettori tre possibili prosegui, e continuerà la storia in base a quello più votato, coinvolgendoli quindi direttamente nel processo decisionale. È un gioco divertente sia per chi legge, che con un po’ di fortuna potrà vedere la storia proseguire secondo il proprio gusto, sia per chi scrive, che accetta la sfida di scrivere senza sapere la direzione della propria storia.

Ovviamente c’è il rischio (già familiare a chi è abituato a seguire, online o no, opere seriali) di vedere la storia che si sta seguendo non giungere a una conclusione, dato che la rinuncia in corso d’opera è piuttosto frequente. Inoltre, se siete lettori abituati all’offerta in continuo aggiornamento dei principali siti di scrittura (il già citato Wattpad, ad esempio), potreste restare delusi dalla quantità dell’offerta: è un sito frequentato e con una comunità piuttosto attiva (è difficile trovare una storia senza neppure un commento), ma dalle pubblicazioni più sporadiche rispetto ai concorrenti. Ma se siete capaci di portare pazienza, sarà un gioco di lettura divertente che vi permetterà di diventare partecipanti attivi delle storie che vi intrigano di più.

L’unico difetto di THe iNCIPIT è il sistema a punti, che lo accumuna a tutti gli altri social network basati sul premiare il post con più like – qui chiamati iNCIPOINTs, calcolati in base al numero di click, di voti ai sondaggi e di commenti. Le storie vengono presentate in delle classifiche di popolarità, e le più fortunate vengono premiate con più visibilità e talvolta perfino con la pubblicazione in e-book o con la consegna di una scheda di lettura professionale. Si potrebbe obiettare che non c’è niente di male, dato che i libri vengono paragonati gli uni agli altri continuamente, se non quando corrono per il primo posto di questo o quel concorso tramite le classifiche di vendita (anch’esse, similmente all’engagement online, indice di gradimento del pubblico). Personalmente non sono contraria a un’opzione che presenti le storie in ordine di popolarità; non apprezzo però l’aspetto competitivo, che se in altri contesti mi sembra legittimo, credo sia superfluo su un social network come le premesse di THe iNCIPIT.

Al di là che questo, per voi, presenta un problema o meno, raccomando comunque caldamente di dargli almeno un’occhiata: è un piacere della lettura divertente e giocoso, come spesso non abbiamo possibilità di sperimentare nella vita adulta.

            C’è chi ha deciso di usare Instagram, il social dell’immagine, per la parola. Aperto dall’agenzia letteraria Oblique nel 2020, il profilo atomi_oblique contiene al suo interno due tipi di contenuti dello stesso formato: citazioni tratte da opere edite (che si dividono in tre categorie: gas nobili, classici fuori diritti; elettroni, piccoli stralci di eccellenza letteraria; protoni, che tematizzano il problema e l’atto dello scrivere) e racconti inediti, inviati da volontari, sotto le duemila battute. Sono stralci di scrittura brevissimi, che imitano anche graficamente la pagina di un libro. Citando direttamente la loro descrizione, Gli Atomi sono storie brevi da attraversare in punta di dito, aggregati minimi di materia letteraria capaci di far brillare il talento su Instagram. Se da un lato la citazione è forse la forma di consumo letterario più diffusa sulla rete per via della sua forma breve e incisiva, vale la pena soffermarsi soprattutto sull’iniziativa delle Call, una sorta di piccoli contest a tema che l’agenzia propone periodicamente per selezionare i racconti migliori e pubblicarli a fruizione gratuita del pubblico.

In un mondo di social di consumo sempre più veloce, l’iniziativa degli Atomi è semplice nell’idea e nel formato ma estremamente intelligente: invita a interrompere il cosiddetto mindless scrolling, forzando l’utente alla concentrazione, ma, congruamente al mezzo d’uso, non pretende di trattenerlo per più di un paio di minuti. Uno degli elementi che rende i racconti inediti più interessanti della raccolta di citazioni è anche il fatto che siano in forma completa; non decontestualizzati o estratti, ma finiti e autosufficienti. È un account consigliato per chiunque non riesca a staccarsi dai social ma voglia farne un uso più intelligente, consumando un prodotto che protesta contro il formato in cui è incastrato ma ci gioca con una certa furbizia; e, più semplicemente, è consigliato anche per tutti coloro siano alla ricerca di nuovi spunti di lettura: escludendo i grandi nomi della letteratura (che comunque fa sempre piacere trovare in homepage), infatti, moltissimi dei racconti inediti sono inviati da scrittori che hanno già pubblicato qualcosa, che sia in rete o in libreria, e che potrebbero meritare la vostra attenzione anche al di fuori dello schermo del cellulare.

Alcuni lettori avranno avuto la fortuna, passeggiando per le strade di determinate città, di trovare appesi ai muri dei semplici fogli A4 su cui fosse stampata una poesia che riportasse come autore solo una breve sigla composta da una lettera e un numero a due o tre cifre. In calce, una scritta, Movimento per l’Emancipazione della Poesia (MeP), e il link al loro sito web. È un’esperienza surreale ma fascinosa, che spezza la monotonia della giornata e abbellisce vicoli stretti dagli odori sgradevoli, e che dà qualcosa a cui aggrappare i pensieri per il resto della giornata; qualcuno si limiterà a leggere la poesia e a dimenticarsene in qualche giorno, qualcun altro, come feci io qualche anno fa, salverà il link sul proprio cellulare e si ricorderà di andarlo a visitare mesi dopo, perché in periodo d’esami è facile dimenticarsi di tutto ciò che non riguardi lo studio.

Il MeP non è, in realtà, un’iniziativa pensata per la rete, ma è un’iniziativa che si presenta online, e con questo piccolo escamotage non ho potuto resistere alla tentazione di parlarvene. Si tratta di uno dei movimenti letterari più radicali, nell’espressione e nell’intento, nati in Italia negli ultimi anni. Come esplicitato nel manifesto che si trova sul loro sito, il MeP non è da pensare come un movimento letterario o un -ismo, quanto come un movimento apartitico di azione politica e sociale. Il loro scopo è ridare all’arte poetica il ruolo che le spetterebbe, restituirla al centro dell’attenzione culturale al di là di qualsiasi logica di guadagno o di futile svago. Tutti gli autori che aderiscono lo fanno in totale anonimato, e tutte le poesie contenute sul sito possono essere divulgate da chiunque, in qualsiasi forma, a patto che non sia a scopo commerciale. Le stesse vengono diffuse dai militanti del MeP nelle forme più svariate, partendo proprio dalla rete ma passando anche per molte altre iniziative (tra cui teatro e programmi radiofonici); la più iconica è però senz’altro l’attacchinaggio per le strade, iniziato a Firenze nel 2010 per poi espandersi in quasi tutte le città più grandi d’Italia e perfino in alcune città estere.

Il MeP mette al primo posto la poesia – non cancella l’autore, che pure in qualche modo è identificabile, anche se solo tramite una sigla, ma lo nasconde e chiede che sia messo da parte, perché è l’opera a dover parlare. Non fanno critica, non fanno recensioni o analisi della letteratura contemporanea in Italia. Protestano, combattono, affinché la poesia non appartenga a un’élite che si limita a compiacersi della propria cultura ma venga restituita alle persone e alle masse. La gente non legge più poesie, quindi i militanti del MeP la mettono quasi letteralmente sotto al naso dei passanti: chiedono che si presti attenzione, la pretendono, e, citandoli, continueranno a guardarsi e a guardare la realtà che abbiamo attorno, fino a quando le condizioni che hanno generato il MeP non saranno radicalmente cambiate. Allora un movimento per l’emancipazione della poesia non avrà più senso di esistere.


Francesca Parlapiano

Redazione

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