Solenoide, Mircea Cărtărescu
Il Saggiatore, 2021, Trad. Bruno Mazzoni

Quando si scrive di un libro, occorre scandagliare il testo e cercare di restituire a chi leggerà la recensione il pensiero e le intenzioni dell’autore, non un voto, ma qualcosa che possa andare oltre al semplice giudizio.
Parlare di un romanzo imponente e importante come “Solenoide” di Mircea Cărtărescu, uscito in Italia con la casa editrice Il saggiatore non è facile: primo, perché non si possono riassumere le quasi mille pagine di cui è composto il romanzo in poche righe; secondo, perchè leggere un libro di questo tipo è un’esperienza indescrivibile. O meglio, la si può descrivere cercando di avvicinarsi a quello che si è provato durante la lettura, cercando le parole che più possono essere in linea al vortice di sensazioni ed emozioni affiorate durante il percorso, un viaggio che porta con sé non solo migliaia di linee narrative e di infiniti spunti, ma che fa riflettere su quello che è il primo scopo della lettura: il piacere.
La scrittura di Cărtărescu è talmente potente e coinvolgente, che è capace di trascinare il lettore in una dimensione parallela, facendogli intraprendere un pellegrinaggio psichedelico le cui caratteristiche sono difficili da riassumere, perché l’estasi è qualcosa di privato, che ognuno vive a modo suo.
Chi legge questo romanzo (così come tutta l’opera dello scrittore) accetta di essere provocato, sconvolto e per certi versi aggredito dalla potenza del testo, accetta di entrarci e diventare tutt’uno con le parole, lasciando che le frasi si attorciglino alla sua mente e al suo corpo. Ci si trova davanti a creature mostruose, ad architetture mai pensate dall’uomo, a colori e a oggetti indefinibili. Ci si trova immersi in una dimensione che sfida le leggi del tempo e dello spazio, una dimensione dotata di una scienza e di una meccanica nuova, uno spazio in cui il costante senso di meraviglia irrora ogni cosa, anche le tragedie.
Le pagine non rappresentano solo frasi che vanno a comporre un testo lungo e poderoso, ma le coordinate di una visione totalizzante che avrà il lettore solo nel corso della lettura. Questo rende Cărtărescu uno scrittore unico, perché nonostante i miliardi di sottotrame, rimandi e collegamenti, il suo mondo si presenta immediato agli occhi del lettore: un susseguirsi di immagini meravigliose e abbaglianti che scorrono veloci quanto un battito di ciglia e che non si possono descrivere, ma solo vedere nell’istante esatto in cui si sta leggendo, non dopo. Ecco perché, paradossalmente, scrivere una recensione o un commento a questo libro potrebbe risultare estremamente riduttivo.
In queste pagine, il dramma quotidiano viene spazzato via dal fantastico che porta con sè sfumature fantascientifiche e addirittura horror, ma il desiderio dello scrittore\protagonista non è quello di citare e riproporre generi letterari e cinematografici per seguire una perversa forma di vanità, ma di andare oltre,
mettendo in discussione la realtà, che all’interno di questo libro non ha nessuna importanza; anzi, il concetto stesso di realtà per come lo conosciamo viene fagocitato da un’altra dimensione, una dimensione completamente nuova e abbacinante.
Abbacinante non è solo la celebre trilogia composta dai volumi “L’ala sinistra” “Il corpo” e “l’ala destra” (In Italia editi dalla casa editrice Voland), ma è forse il termine che muove l’intera opera, il desiderio che diventa ossessione e che poi, inevitabilmente si trasforma nello scopo dell’autore. Cărtărescu cerca sempre di trovare la meraviglia dietro ogni cosa, che sia la felicità ineffabile o il dolore senza fine, tutto è ancora da comprendere in questo viaggio abbagliante che è la sua scrittura.
Non sono però soltanto le immagini e le sensazioni a formare l’opera dello scrittore romeno;non mancano infatti le continue riflessioni che affiorano durante la lettura, tematiche a cui l’uomo cerca da sempre di dare una risposta come il senso della vita, la nascita e la morte, oltre ad una ineguagliabile abilità nel descrivere le paure che attanagliano ogni uomo e ogni donna, come per esempio il terrore di rimanere ingabbiati in una vita insoddisfacente e priva di scopo.
Rispetto alla trilogia che ha consacrato lo scrittore come una delle voci più importanti della letteratura contemporanea, una serie di romanzi in cui si affrontava la storia romena e il terribile regime comunista, “Solenoide” si presenta come un racconto più intimista. La storia è quella di un insegnante che sognava (e sogna) di diventare scrittore, senza però riuscire a narrare tutto quello che vive.
Un uomo in perenne tormento la cui esistenza è segnata dall’infelicità, dovuta al frustrante lavoro a scuola e al desiderio di scrivere il libro della sua vita.
La sua casa a forma di nave è il suo rifugio, uno spazio sotto al quale si trova per l’appunto un solenoide, uno strumento dotato di fili che generano diversi campi magnetici, uno strumento che fa da cardine alla sua esistenza, una vita in cui i suoi ricordi di bambino sono ancora nitidi e brillanti, un’esistenza in cui il bisogno di dare e ricevere amore fa da guida al percorso esistenziale.
Le interpretazioni che si possono dare a questo romanzo sono infinite, basti pensare proprio all’oggetto che è il solenoide, che dà il titolo a questa opera immensa.Eppure, la grandezza del testo non è da decifrare per intero: la magnificenza del libro sta nel cercare di aprire la coscienza e i sensi del lettore verso qualcosa di nuovo, di sconosciuto, qualcosa che non occorre classificare, ma solo sentire attraverso la propria mente, il proprio corpo e la propria anima.
Per questo tutti possono leggere “Solenoide”, perché anche se è indubbiamente un libro indirizzato ai lettori forti, è in realtà composto con un linguaggio semplice, una prosa fluida, accessibile, che oscilla fra le dimensioni e i limiti spazio-temporali, una scrittura che mostra meraviglie e orrori, non risparmiando momenti di infinità tenerezza e parti in cui l’angoscia attanaglia il lettore, tanto da ricordare “La metamorfosi” di Kafka, uno degli autori più amati e che più ha influenzato lo scrittore romeno.
“Solenoide” è quanto di più vicino alla pittura si possa trovare nel panorama letterario: le immagini che evoca Cărtărescu sono dei veri e propri dipinti che ogni lettore può interpretare a modo suo. Durante la lettura si ha come l’impressione che lo sforzo immaginifico richiesto sia quasi eccessivo, spinto al totale parossismo; ecco allora che le emozioni si ingarbugliano, si confondono, si perdono e poi riaffiorano a tutta velocità, rendendo l’esperienza abbagliante.
Il testo è racconto sincero e intimo su quelli che sono i desideri e i tormenti del protagonista\Cărtărescu, che dà al suo pubblico tutto quello che ha, si sfida, mette alla prova la sua capacità di scrittore e trascina la sua penna sul foglio in uno stato di trance, riuscendo però a mantenere una lucidità sbalorditiva e un filo conduttore che rende questo libro una delle sue opere meglio strutturate a livello drammaturgico.
Anche in questa gigantesca opera, gli elementi poetici cari all’autore ci sono tutti: Bucarest, per esempio, è una componente fondamentale delle sue storie: una città a volte reinventata, riprogettata, ripensata, ma sempre il teatro di ogni vicenda. Ritornano i quartieri e le case divisi in blocchi, le imposizioni del regime comunista, l’importanza dell’infanzia che, anche se trattata con un leggero disincanto, è raccontata come uno dei periodi più felici della vita; si può trovare anche il tema dell’amore in età adulta, bruciante e appassionato ma spesso e volentieri doloroso; infine, torna anche una tematica fondamentale in tutta l’opera di Cărtărescu: la solitudine, una condanna con la quale uomini e donne prima o poi devono fare i conti.
Cărtărescu potrebbe sembrare un autore pessimista e disperato, ma è tutto l’opposto: il senso di totale spaesamento e stupore nel percepire la bellezza che si può trovare dietro al mistero dell’esistenza, rende invece le opere di questo immenso scrittore dei feroci inni alla vita.
L’immaginazione è un ottimo antidoto al dramma della vita e “Solenoide” riesce ad andare oltre, sfidando i limiti dell’immaginazione stessa, tanto da consegnarci un’esperienza unica e meravigliosa, le cui sensazioni indescrivibili rimarranno impresse nella mente anche dopo l’ultima pagina di questo assoluto capolavoro.
Jacopo Zonca