Quaerere consiglia – Settimana n. 3

Terza puntata della rubrica “Quaerere consiglia”: una volta a settimana, per tutta l’estate, un membro a turno della redazione darà i suoi consigli letterari per l’estate: sette libri per sette giorni, così da dare degli spunti di lettura di ogni genere e sorta. Questa è la settimana n. 3, clicca qui per leggere i consigli della scorsa settimana. Ti aspettiamo ogni lunedì per nuovi consigli letterari fino a settembre!

1. Dino Buzzati, Sessanta racconti

Iniziamo con una raccolta di racconti, con la quale Dino Buzzati ha vinto il Premio Strega nel 1958. Perché questo inizio? Per una serie di motivi. Anzitutto perché di racconti se ne leggono pochi, o almeno mai abbastanza. Poi perché questa è una rivista letteraria che pubblica racconti inediti, ed è bello ricordarsi che i racconti non sono una costola minore del romanzo. Infine, perché le raccolte di racconti consentono un ritmo di lettura diverso, più disarticolato, più libero: un ritmo estivo, mi piace pensarla così.

2. Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò

Continuiamo coi racconti, ma questa volta “aumentiamo la difficoltà”. I Dialoghi con Leucò sono una raccolta di ventisette racconti in forma dialogica, tutti con protagonisti estrapolati dalla mitologia greca. Perché leggere una raccolta di racconti così difficile, a volte difficilmente intellegibile, che sembra richiedere una certa conoscenza pregressa? Perché Pavese ha compiuto il miracolo: in questa raccolta c’è tutto – esistenzialismo, erudizione, metafisica, teologia e mitologia – eppure chiunque, sia chi conosca il sostrato filosofico-filologico sia chi lo ignori, può sentirsi trasportato dall’immensa poetica e dalle immagini dirompenti che Cesare Pavese ha concepito. Ecco cosa porta di buono la cultura classica: ci regala perle, anche a distanza di secoli.

3. Georges Perec, La vita, istruzioni per l’uso

Di questo romanzo ne ha parlato anche Calvino nelle sue Lezioni Americane, indicandolo come l’esempio per eccellenza di iperormanzo (non lo sapeva, Calvino, che sarebbe giunto David Foster Wallace). Questo terzo consiglio è un libro che raccoglie storie, sullo sfondo di una cornice comune: il romanzo narra la vita dei diversi abitanti di Rue Simon-Crubellier 11, un caseggiato di 10 piani, 10 stanze per piano, per un totale di 100 appartamenti. Una raccolta di storie che si creano sulla base di elementi comuni: Perec ha creato una sorta di “contenitore” che funge anche da incubatrice per le storie: i racconti si plasmano, si snodano e si dipanano all’interno dello spazio di Rue Simon-Crubellier 11, in una sequenza potenzialmente infinita. Se i primi due consigli sono delle “semplici” raccolte di racconti – la prima senza cornice, la seconda con uno sfondo comune – questa terza scelta è la dimostrazione di come romanzo e racconti convivano e, anzi, possano influenzarsi reciprocamente.

4. Amos Oz, La scatola nera

Muoviamoci ora verso il romanzo “puro”, che puro non è: La scatola nera è un romanzo epistolare dello scrittore e saggista israeliano. Consiglio questo romanzo non fosse altro per lo stile con il quale Oz riesce a gestire in modo magistrale una serie di corrispondenze, confidenze, fax e telegrammi, rendendo una storia privata, normale, potenzialmente noiosa e quotidiana, una delle più grandi storie d’amore e famiglia che si possano leggere.

5. Julio Cortázar, Rayuela

Parlando di iperromanzo e di stile magistrale, ecco un consiglio che unisce Perec e Oz – almeno nella mia mente – e genera una storia senza precedenti. Rayuela di Cortázar parla della vita di Horacio Oliveira, ma può esser letto in vari modi. Con questo romanzo, Cortázar rompe gli schemi di lettura e fruizione del testo, proponendo delle alternative alla lettura: si può leggere Rayuela nella maniera tradizionale, partendo dalla prima pagina e seguendone il normale ordine sequenziale fino al capitolo 56, dove tre asterischi indicano la conclusione dell’opera. Oppure, si può leggerlo a partire dal capitolo 73, seguendo poi l’ordine dei capitoli stabilito dall’autore. Infine, esiste un’altra forma di lettura, suggerita indirettamente dall’autore, che consiste nel leggere il romanzo con la sequenza dei capitoli scelta liberamente dal lettore, ordinando e disordinando i capitoli a proprio gusto. Insomma, Rayuela non è un romanzo: è infiniti possibili romanzi.

6. Roberto Bolaño, Amuleto

Fino ad ora ho parlato quasi solo di romanzi frammentati, raccolte di racconti e contenitori di storie infinite: ho scelto questo romanzo breve di Roberto Bolaño perché, in questo caso, è un racconto a diventare romanzo. Amuleto nasce da una costola, un capitolo di I detective selvaggi. La storia racconta di Auxilio Lacouture che, costretta a nascondersi nei bagni della facoltà di Filosofia dell’Università Nazionale Autonoma del Messico il 18 settembre 1968, inizia a vagare tra passato e futuro, in un flusso di coscienza senza confini temporali. Auxilio è la traghettatrice che ci porta nel mondo della poesia e dell’arte che ha potuto conoscere nella sua vita: è un simbolo di resistenza.

7. José Saramago, Il Vangelo secondo Gesù Cristo

Concludo questa lista con il mio romanzo preferito in assoluto: la storia della vita di Gesù raccontata dalla lente letteraria – delicata, sfrontata, poetica e profonda – di José Saramago. La vita di Gesù viene rivisitata e ampliata anche grazie all’utilizzo dei racconti dei Vangeli Apocrifi: il figlio di Dio diventa un personaggio umano (troppo umano), le sue passioni e le sue sofferenze diventano tangibili; persino Dio, in questo romanzo, si lascia guardare. Ciò che conta di questa storia non è l’aderenza con il racconto biblico originale: non è importante notare quanto poco sacrale sia questa narrazione, non conta solo conservare la simbologia (che pure resta in questo romanzo e, anzi, viene amplificata proprio dalla dissonanza tra il sacro e il profano). Quello che conta, in questo romanzo, è poter sperimentare l’umanità di Dio.

Redazione

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