Seconda puntata della rubrica “Quaerere consiglia”: una volta a settimana, per tutta l’estate, un membro a turno della redazione darà i suoi consigli letterari per l’estate: sette libri per sette giorni, così da dare degli spunti di lettura di ogni genere e sorta. Questa è la settimana n. 2, clicca qui per leggere i consigli della scorsa settimana. Ti aspettiamo ogni lunedì per nuovi consigli letterari fino a settembre!
1. Platone, Menone.
Il Menone è uno dei più importanti dialoghi platonici. Non solo perché può essere considerato il testo introduttivo alla sua filosofia, ma anche perché può essere inteso come un testo introduttivo ai metodi e alle discussioni filosofiche tout court. Il saggio ha per oggetto la definizione della virtù etica, che si farà coincidere con un certo tipo di sapienza. Tuttavia, nel corso del dialogo vengono prese in considerazione anche alcune tematiche epistemologiche intorno alle proprietà e alla natura della conoscenza e della corretta opinione. Chiunque sia interessato alla filosofia, non può disinteressarsi di un testo così denso e prolifico, che prima d’ogni altra cosa cerca di rispondere alla domanda: “come bisogna vivere?”.
2. Peter Hopkirk, Il Grande Gioco.
Il Grande Gioco è un testo piuttosto lungo, di circa 600 pagine. Non lasciatevi intimorire dalla mole così abbondante, le sue pagine scorrono come fosse un racconto! Ed in effetti, di un racconto storico romanzato si tratta. Il suo argomento principale è la “guerra fredda” tra Impero britannico e Impero zarista nell’Ottocento, il suo fine ultimo è, però, quello di mettere in evidenza le origini e le ragioni geopolitiche per cui una delle regioni diplomaticamente e militarmente più calde del pianeta sia proprio l’Asia Centrale. Non si può comprendere l’attuale stato di cose di quell’area senza aver presente quali sono state le precondizioni che hanno condotto ad esso. Hopkirk magistralmente espone i fatti di maggior rilievo, dalle guerre afghane alle azioni segrete di spionaggio russo-britannico, conducendoci lungo i passi ghiacciati e i deserti asiatici, fin dentro i palazzi reali dei re e dei principi persiani, afghani, indostani.
3. Piergiorgio Odifreddi, C’era una volta un paradosso.
Odifreddi, matematico e logico stravagante, ha sempre avuto il pallino della divulgazione. Ma in questo testo, vincitore del prestigioso premio Peano indetto da Mathesis, il lettore viene preso per mano e condotto in un tour de force elegante, accessibile e divertente nel mondo dei paradossi: da quelli percettivi di Escher a quelli semantici dei filosofi, fino a quelli più genuinamente matematici e scientifici, discutendo anche delle varie soluzioni ai paradossi che di volta in volta hanno caratterizzato la storia del pensiero dai Greci al nostro tempo.
4. Stephen Jay Gould, La vita meravigliosa.
Il più grande biologo ed evoluzionista che si sia cimentato nel campo della divulgazione espone una delle sue teorie più celebri in una forma assolutamente comprensibile a chi non abbia alcuna conoscenza di teoria dell’evoluzione. La sua idea, in sostanza, è che la storia evolutiva non debba essere considerata come un albero, ma come un cespuglio: molto rigoglioso alla base, ma scarno quanto più si va in alto. Secondo Gould, la diversità delle specie è un parametro che va impoverendosi e, perciò, dobbiamo rivedere la nostra stessa idea della vita a partire dalla constatazione paleontologica dei fossili di Burgess, strani e mostruosi animali preistorici che potrebbero far luce sulla nostra origine evolutiva.
5. Karl Marx, Salario, prezzo e profitto.
Questo testo, che congiunge filosofia e teoria critica economica, è considerato da molti una summa e un’introduzione all’opera magna di Marx che è Il Capitale. In questo libricino, il filosofo tedesco argomenta contro coloro che sostenevano l’inutilità della lotta operaia, perché ad un aumento dei salari non sarebbe seguito che un aumento dei prezzi e, quindi, il potere d’acquisto sarebbe rimasto “in pari”. Marx, però, procede dimostrando che la legge della domanda e dell’offerta deve essere interpretata alla luce della teoria del valore e del plusvalore. Solo questa teoria può, secondo lui, gettare luce sulle dinamiche economiche e, quindi, socio-politiche entro le quali il proletariato e i borghesi si situano in misura antitetica.
6. Noam Chomsky, Linguaggio e problemi della conoscenza.
In questo testo, Chomsky si occupa di linguistica. Egli si chiede: “com’è possibile che gli umani siano in grado di usare un linguaggio tanto sofisticato pur avendo così poca esperienza iniziale delle modalità d’uso di una certa lingua?”. Cercare di rispondere a questa domanda, implicherà fare ricorso alla teoria dei princìpi innati che ognuno di noi possiede prima ancora di aver mai ascoltato i nostri genitori parlare. A partire dalla teoria dei princìpi innati e dei parametri acquisiti, Chomsky cercherà di far luce anche sulla natura dei nostri stati cognitivi. Una lettura stimolante per chiunque sia interessato all’origine e al funzionamento del linguaggio.
7. Charles Darwin, L’origine delle specie.
Un classico della scienza, che non dovrebbe mancare in nessuna libreria. La teoria dell’evoluzione odierna nasce qui. In un saggio estremamente divulgativo, ma rigoroso, in cui non sono presenti formule matematiche, ma in cui si fa ricorso al solo potere argomentativo e alla constatazione di alcuni fatti iniziali, Darwin riesce a imbastire una teoria solida, resistente, attraente e semplice per spiegare perché esistono così tante forme di vita diverse in Natura. Una lettura che, al pari dei testi sacri e religiosi, dovrebbe essere la vera bibbia dell’uomo laico.