L’anno sta finendo, ma c’è ancora un po’ di tempo per i regali di Natale! Ecco a te una piccola lista di consigli, stilata dai membri della redazione di Quaerere per i tuoi regali last minute. Se hai voglia di un’altra lista di consigli letterari, questa estate ti abbiamo tenuto compagnia con una rubrica interamente dedicata a questo!
Silvia Penso
Il Re Ombra di Maaza Mengiste (Einaudi Editore): un romanzo da regalare a chi è appassionato di storia coloniale, in particolare quella del nostro passato non troppo lontano, ma raccontata da un punto di vista insolito, attraverso fotografie che non si mostrano, che si fanno parole, che diventano memoria.
La metà fantasma di Alan Pauls (Edizioni Sur): per gli appassionati dei lunghi periodi, delle frasi che si intersecano le une dentro l’altre, corredate da moltitudini di virgole e parentesi e digressioni, e che sembrano non finire mai. Solo per chi ha finito di leggere la Recherche di Proust.
Marina Messeri
La società senza dolore. Perché abbiamo bandito la sofferenza dalle nostre vite di Byung-Chul Han (Einaudi Editore): per chi il covid-19 vuole utilizzarlo come spunto per riflettere sull’odierna an-estetizzazione della società.
Per un’idea di educazione estetica di Laura Aimo e Roberto Diodato (Morcelliana): per chi sa che, prima che la bellezza possa salvare il mondo, noi dobbiamo salvare la bellezza, educando i più piccoli a riconoscerla, viverla e averne cura.
Deborah D’Addetta
Gioia! di Annie Vivanti (FVE). Otto racconti divertentissimi e acuti. Lo consiglio a chi ama la letteratura romantica in stile Jane Austen, ma con una bella dose d’ironia e d’irriverenza in più.
In Colombia con Gabriel Garcia Marquez di Alberto Bile Spadaccini (Perrone Editore). Un viaggio imperdibile. Assolutamente un must have per tutti gli amanti dello scrittore colombiano, tra avventure nel Caribe, aneddoti e segreti da scoprire.
Clelia Attanasio
Fai ciao di Flavio Ignelzi (Polidoro Editore). Il regalo di Natale perfetto per chi ha voglia di mettersi nei panni di un adolescente e ritrovare un po’ di sé.
È tardi! di Eduardo Savarese (Wojtek Edizioni). Il libro per chi ama l’opera ma anche per chi non la conosce e vuole imparare: un saggio che è anche una meravigliosa storia d’amore per le donne della lirica.
Benedetto Neola
Una possibilità del linguaggio: Pierre Menard come metodo di Alfredo Zucchi (Mucchi Editore). Il libro per chi ama i saggi, ma desidera qualcosa di più punk del solito scritto accademico.
Teoria della prosa di Ricardo Piglia, a cura di Federica Arnoldi e Alfredo Zucchi (Wojtek Edizioni). Il regalo giusto per chi ama immergersi nella scrittura fin nei suoi più intimi recessi, senza lasciare nulla di inesplorato.
Francesca Parlopiano
L’inferno di Dante, illustrato da Paolo Barbieri (Sergio Bonelli Editore). Il regalo per chi non si stanca mai di leggere i classici, ma anche per chi più che leggere preferisce guardare.
Schiuma di Quanti di Durs Grünbein (Einaudi Editore). Il libro per tutti coloro che hanno bisogno di rendere poesia le giornate più grigie.
Jacopo Zonca
Stelle in gola di Antonio Moresco (Edizioni SEM). Una raccolta di riflessioni, racconti e di appunti di uno dei più importanti autori italiani. Consiglio questo libro a chi ancora non conosce Moresco e vuole entrare nel suo mondo, ma anche agli ammiratori più sfegatati per conoscere altre sfumature del mondo letterario del maestro.
Solenoide di Mircea Cartarescu (Il Saggiatore). Un viaggio psichedelico nella mente e nel mondo di uno scrittore di Bucarest. Una lettura lunga e potente, che vi lascerà totalmente senza fiato. La vita, la storia e il sogno si fondono in pagine di una potenza unica. Un libro imperdibile.
Veronica Nucci
Il pane perduto di Edith Bruck (La Nave di Teseo). Nella dozzina finalista del Premio Strega 2021, troviamo Il pane perduto, edito da La Nave di Teseo, romanzo autobiografico della scrittrice ungherese Edith Bruck. Un racconto fresco anche se affiora costantemente l’impronta di chi ha vissuto a lungo e in un’epoca apparentemente così lontana dalla nostra da sembrarci vera, e dove le esperienze sono plasmate dall’autrice con sapienza e saggezza. Questo è un libro che mi sento di consigliare a tutti, soprattutto a chi non ha bisogno di un’altra testimonianza sulle esperienze nei campi di concentramento, perché qui c’è più di una testimonianza cruda, c’è la poesia di una vita intera.
I figli del diluvio di Lydia Millet (NN Editore). I figli del diluvio, dell’americana Lydia Millet, è stato finalista al National Book Award e, nel 2021, pubblicato da NN Editore in Italia. Se Greta Thunberg ancora non è ancora riuscita a persuadervi, questo libro può farlo. Regalo perfetto per chi ha a cuore la Terra, la Natura e il clima ma… anche per tutti gli altri.
Giulia Zoratti
Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti (Mondadori). Il periodo delle feste potrebbe essere un’ottima occasione per recuperare “Sembrava bellezza”. Romanzo consigliato per chi voglia addentrarsi in un’indagine sincera riguardo all’importanza dell’aspetto fisico all’interno della società odierna. L’autrice lascia da parte le buone maniere e affronta i pensieri più meschini che questo tema possa suscitare, primo fra tutti, la schiacciante e distruttiva invidia che caratterizza la vita della protagonista.
Il giorno in cui diedi fuoco alla mia casa di Francesca Mattei (Pidgin). Raccolta di racconti brevi nel quale si parla della realtà cruda delle periferie, dove l’uso di alcol e stupefacenti sono una costante. Il tutto è arricchito da tocchi surreali. L’autrice, Francesca Mattei, non assume mai un atteggiamento paternalistico, ogni racconto infatti non si conclude con un insegnamento morale ma aprendo uno spiraglio sulla complicata psicologia dei personaggi. Consigliato per chi ha uno spirito un po’ punk.
Andrea Corona
Quel luogo a me proibito di Elisa Ruotolo (Feltrinelli). “Hai le tue cose?” mi chiedevano, e se annuivo sentivo aggiungere, “allora fatti in là, che mandi a male tutto” (p. 101): mostrando un passaggio del libro a titolo di esempio, possiamo notare una bellissima allitterazione (mandi a male), e frasi costruite per segmenti in settenari, con ultimo accento tonico sulla sesta sillaba (allora fatti in là / che mandi a male tutto). Il libro adatto a chi vuole leggere un romanzo di lingua e di stile, lirico più che di trama.
Liquefatto di Hilary Tiscione (Alessandro Polidoro Editore). «Il maschio, difensore delle ampolle sostanziali, si fa dispositivo di getti inderogabili» (pp.38-39): Hilary Tiscione sgretola la forma romanzo, ed è la sua fraseologia a dirlo. In questo caso, lo vediamo con un endecasillabo incipitario (Il maschio, difensore delle ampolle), cui seguono dapprima un elemento cedevole e sciolto (sostanziali), e poi due settenari (si fa dispositivo / di getti inderogabili). Il significato dell’operazione è chiaro: così come la griglia della metrica inizia a sciogliersi, il romanzo infrange i dettami più modaioli dei corsi di scrittura, che esigono dagli autori uno sviluppo basato su intreccio, costruzione, svolgimento e soluzione. «Stupidi tutti quanti, tutti noi che abbiamo la convinzione che le cose scomposte e ricomposte poi funzionino» è la risposta di Tiscione (p. 38): oggetto del discorso è una serratura, eppure si sta parlando di scrittura creativa.
Li consiglio perché magnifici esemplari di prosa d’arte, e perché in essi gli aspetti espressivi della lingua, come il ritmo, la musicalità, l’urto dei suoni, balzano in primo piano. Entrambe le autrici attribuiscono infatti una forza significativa speciale anche agli aspetti non contenutistici, e sovra-sintagmatici, del testo.