Ho sempre avuto una certa difficoltà a esprimere ciò che desidero. Raul, il mio psicologo, mi diceva sempre – Carla, prova a dire “voglio” anziché “vorrei” – anche se non sapevo ancora per cosa valesse la pena dire “voglio” o…
Categoria: Racconti
L’invisibile Nina è sparita da due giorni. Non si trova più. I suoi genitori, il biondissimo padre e la silenziosissima madre, tra le grosse e numerose lacrime piovute sul tappeto, hanno giurato di averla vista nella sua camera, dopo una…
Un giorno, salendo le scale di casa, le vidi. Erano al terzo piano, davanti alla porta del Preside della scuola in cui insegnavo disegno. Le bambine stavano in piedi, sopra lo zerbino. Io feci finta di niente e passai oltre,…
Nella notte, nelle poche ore che ho dormito, ho sognato solo Agata. Ho sognato la sua casa colonica sbrecciata, le sue cosce poderose che mi stritolano, la sua voce suadente che chiama il mio nome nel momento del coito. CondividiFacebookTwitterEmailRedditTumblrLinkedin
Da quando il figlio è morto sono passati vent’anni, ormai: lui vorrebbe smettere di soffrire, ma sua moglie non è d’accordo. Allora intreccia le dita delle mani dietro la schiena e come suo solito s’incammina len-ta-men-te len-ta-men-te len-ta-men-te. CondividiFacebookTwitterEmailRedditTumblrLinkedin
Prologo Dialogo fra l’autore (A.) e il lettore (L.) A. Dedalo si sta preparando per uscire.L. Chi è Dedalo?A. È il protagonista della storia che sto per raccontare.L. Un po’ insolito come nome, non le sembra?A. Sì, ha ragione. Ma…
Espansa muffa policefala fa rete di noi fra le mura del mondo. Chiamata, chiamare a raccolta, al risuonare del flauto seguiamo vie di funghi e licheni e al crepuscolo giungiamo all’etereo tempio Aurora. Compariamo, sparsi e dispersi, secondo silenti simmetrie…
Il segnale delle cinture di sicurezza si spense appena l’aereo raggiunse la quota di volo. Il mio vicino di posto non aspettò un secondo di più. CondividiFacebookTwitterEmailRedditTumblrLinkedin
Quel vicolo era stretto e buio come il buco del culo. Quella sera tornavo da una giornata piena: ero riuscito a parlare con lei, Katie, l’ultima persona che aveva visto Malcom prima che collassasse a terra. CondividiFacebookTwitterEmailRedditTumblrLinkedin
Inutile farsi prendere dall’ansia, adesso. La verità è che è colpa mia, non imparo mai. Tenere un profilo basso, gli occhi e la bocca chiusi, farmi gli affari miei soprattutto perché a quarantotto anni il lavoro come buttafuori mi serve…
