Ultimamente il mio periodo universitario procedeva così: vivevo con i miei (dal momento che l’università dove io mi presentavo a frequentare i corsi lo stretto, strettissimo, necessario era a pochi chilometri), andavo a dormire tardi e spesso nel cuore della…
Categoria: Racconti
La Natura aveva benedetto Teo Scannapieco con uno dei suoi doni più singolari: un naso in grado di riconoscere i gusti letterari delle persone. Se n’era accorto per caso, all’inizio di quella fase della vita in cui sul corpo esplodono…
Quando arrivò la missiva, la donna stava zappettando l’orto. Spuntò fra una bolletta e una pubblicità. Una vera lettera, l’indirizzo vergato con una grafia ordinata che, anche se non ci fosse stato il mittente, non lasciava tanti dubbi: suo figlio….
Ho compiuto ottant’anni la scorsa settimana. Compimento di una vita abbastanza felice e fortunata. Per quel giorno, il destino mi ha riservato una sorpresa tenuta in serbo per otto decenni: mi ha regalato una bella leucemia mieloblastica acuta secondaria.In pratica…
Da quattro anni ormai, ogni pomeriggio dalle due e trenta alle tre e venti, mi sdraio tra due querce piuttosto distanti tra loro e osservo il cielo. Non è nemmeno vero del tutto, questo. Spesso sto a occhi chiusi. CondividiFacebookTwitterEmailRedditTumblrLinkedin
Mario era un farabutto; il più farabutto di tutti. Difficile che il mondo possa partorire un altro farabutto come lui! La sua pelle era di un colore simile al petrolio, si vedeva ad un miglio di distanza che in una…
Sono giorni che non le parla. Prima che il sonno gli impasti la voce nel buio, qualche volta la chiama troia. Da un po’ di tempo non allunga più le dita sotto il lenzuolo. Ha smesso di franarle addosso, di…
Lothar conosceva molto bene gli aeroplani, molto meglio di me o di Pepi: non si limitava a distinguere i bimotori dai quadrimotori, né era capace soltanto di affermare se fossero tedeschi o americani guardandoli solcare il cielo azzurro e lasciandosi…
Non riuscivo ad avere certezza di niente. Ero quieto, tranquillo.Che ore fossero lo immaginavo: le due, le tre del pomeriggio. Ma non mi alzavo. Lo sapevo che stavano là fuori e volevo che schiattassero. Erano venuti a prendermi? Che aspettassero.Sentivo…
«Funziona, Dottor Caroli.» «Funziona, sì. Fin troppo bene. Fin troppo.», rispose il medico con un tono agrodolce, leggendo il tracciato, mentre nella sua testa si mischiavano dubbi e soddisfazioni. Più i primi che le seconde, ad esser sinceri. Il direttore…
