Flavio Ignelzi, Fai ciao
Alessandro Polidoro Editore, 2021

Di romanzi di formazione ne è pieno il mondo, e per fortuna: raccontare il passaggio dall’essere “piccoli” all’essere “grandi” è un compito difficile ma soddisfacente, centrale, importante.
Eppure, Fai ciao di Flavio Ignelzi, edito dalla Polidoro Editore, non è un romanzo di formazione: è un romanzo di deformazione.
La deformazione, più precisamente, è di Samuel, il protagonista del romanzo che si trova ad affrontare una serie di eventi tragici e destabilizzanti. Gli eventi iniziali che scatenano l’intera vicenda potrebbero essere considerati addirittura normali; piccole tragedie quotidiane che investono moltissimi ragazzi dell’età di Samuel, scatenando proprio quella che in questo romanzo sembra la tipica crisi esistenziale dell’adolescenza: ci si chiude in sé stessi, si diventa silenziosi e si smette di comunicare, non si trovano più le parole per descrivere il proprio disagio.
In questa storia, ciò che cambia, però, sono le conseguenze: quella che avrebbe potuto essere una “comune” storia triste, nelle mani di Ignelzi diventa un espediente per la frammentazione dell’Io. La storia arriva a un apice quasi surreale, ma verosimile, dove è lo stesso Samuel a non riconoscere più cosa è vero e cosa è proiettato dalla sua mente.
Un gioco di ombre e specchi, immersi nella mente di un ragazzo in crescita, è questa l’esperienza che si ricava dalla lettura di Fai ciao. Flavio Ignelzi è molto bravo a spezzettare la trama – la lettura infatti comincia quasi dalla fine degli eventi, noi lettori viviamo a ritroso la storia e scopriamo mano a mano le ragioni al cuore del racconto – e a far vivere la frantumazione interiore di Samuel attraverso i brandelli di storia che mano a mano vengono messi insieme. Si potrebbe dire, in un azzardo meta-letterario, che Fai ciao altro non sia che la trasposizione drammaturgica dell’esperienza a-cronologica e a-logica degli eventi di una mente devastata dal dolore: la mente di un ragazzo che cerca di mettere insieme i pezzi ma che resta confusa dal trauma stesso.
Al suo terzo romanzo, Flavio Ignelzi con Fai ciao ci proietta nella mente di un ragazzo solo in apparenza comune: la coerenza della storia resta solo se impariamo a pensare come Samuel, solo se seguiamo il suo flusso, le sue motivazioni. Accostandosi alla tragedia del ragazzo, in un lavoro di approfondimento emotivo che arriva al cuore degli eventi, Ignelzi ci fa arrivare a conclusioni incredibili, mai scontate.