Un allegro nichlismo cosmico, Alessandro Sesto
Eris edizioni, 2022

Un allegro nichlismo cosmico è un libro prima di tutto divertente, a partire già dall’ossimorico, simpatico, titolo. L’autore, Alessandro Sesto, non è alla sua prima opera, ha già pubblicato racconti su varie riviste e antologie, le raccolte Moby Dick e altri racconti brevi, Lascia stare il la maggiore che lo ha già usato Beethoven, il romanzo L’Occupazione con Gorilla Sapiens Edizioni. La casa editrice di Un allegro nichilismo cosmico è invece la piccola Eris edizioni, attiva dal 2009 e a cui, cito dal loro sito web, “piace navigare in mari inesplorati, profondi e bui. Per portare a galla quello che altri non vedono”. E a noi questa cosa piace molto.
La trama del libro è allegra come il suo nichilismo, più che leggerla si beve. Non ha la pretesa di insegnare nulla, siamo quasi in ferie del resto, anche il lettore più leopardiano ha bisogno di ridere, di una distensiva vacanza letteraria.
Sulle pagine si muovono Nicolas, che racconta in prima persona la vicenda, Andrea e Daria. Sono un trio inseparabile, accomunato da una spiccata ironia caustica, uno scetticismo pessimistico e goliardico. Condividono talvolta lavoretti saltuari, una discreta povertà, un kebab, serate in triade a parlare di sé stessi e dei massimi sistemi. Finché non incontrano Malakian, e la vita di tutti viene catapultata in un mondo dell’assurdo in cui si scontrano forze governative statunitensi complottiste, dotate di una buona dose di paranoia da persecuzione; fazioni magiche che tentano di riportare il mondo a una preclassica fase in cui gli uomini comunicavano telepaticamente, maghi, ipnotisti mercanti d’arte, come Malakian appunto, personaggio affascinate e misterioso.
Il libro gioca molto sull’ironia. Umoristica e esilarante, infatti, è prima di tutto la scrittura dell’autore, beffarda e canzonatoria.
Grazie allo stile e al plot fantasioso, il libro ha il merito di intrattenere allietando, di sollevare dal quotidiano elevando il lettore sulle quote della leggerezza, far sorridere almeno una volta a pagina, ma anche di più.
Infatti, non è che dobbiamo leggere sempre mattoni calibrati sulla Recherche di Proust (lo dico a me in particolare), riscopriamo la letteratura di evasione! Non è questione di scelte ma di mix, alternare il cinema dei Fratelli Lumière a quello di Méliès, la letteratura impegnata a quella che ha il merito del divertissement. Del resto, lo diceva anche Blaise Pascal, solo tramite lo svago, il divertimento, possiamo dimenticare i Tolstoiani maledetti problemi della vita, l’insita schopenhaueriana infelicità interiore dell’uomo e distrarre la morte ingannandola. Eh, bastava dirlo. Noi la inganniamo subito.
Buona lettura, allora. Buon divertissement.
Silvia Penso